Nato a Trento nel 1875, compì i primi studi nella sua città, quindi si iscrisse alle università di Graz e di Vienna senza però frequentare. Trasferitosi a Firenze si laureò in lettere nel 1898 e successivamente conseguì la laurea in geografia. A vent'anni fondò un giornale, la Rivista Popolare Trentina, di pensiero socialista, sequestrato dalle autorità austriache fin dal primo numero. Nel frattempo si dedicava all'attività irredentistica in ambiente universitario.Nel 1896 fondò un altro giornale L'Avvenire del Lavoratore, nella quale sostenne con fervore l'indipendenza del Trentino dal Tirolo per salvaguardare l'identità italiana della regione. Nel 1900 fonda il quotidiano Il Popolo e quattro anni dopo viene incarcerato per la sua attività politica. Nel 1911 viene eletto deputato alla camera di Vienna, dove critica apertamente le autorità austriache. Scoppia la Prima Guerra Mondiale, il 2 agosto 1914, varcò il confine e si stabilì a Milano per poi arruolarsi nel 5° alpini  come soldato semplice (prima nel btg Edolo 50a Cp, poi  in un reparto sciatori al passo del Tonale, quindi al rifugio Garibaldi sull'Adamello, infine nel Btg Vicenza), dove si distinse per il suo coraggio e determinazione in molti eventi bellici.Il 21 agosto 1915 si guadagnò una medaglia di bronzo al valor militare. Nominato Sottotenente nel dicembre 1915, viene trasferito nella zona del Monte Baldo.Promosso Tenente per meriti di guerra, passò al Comando della 1a Armata all'ufficio informazioni.Nel 1916 transitò nel btg Vicenza al comando della 2a compagnia di marcia Il 10 luglio 1916 durante una sfortunata azione sul monte Corno, per non ritirarsi, difendendo fino all'ultimo la postazione, cadde prigioniero degli Austriaci, che dopo un processo sommario, lo giustiziarono per impiccagione insieme a Fabio Filzi nel castello del Buon Consiglio a Trento il successivo 12 luglio. Morì da eroe gridando "Viva Trento Italiana, Viva l'Italia".

Medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: Esempio costante di fulgido valor militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all'attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette con pochi alpini, fino all'estremo, finchè tra l'incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando prima di esalare l'ultimo respiro: "Viva l'Italia!" e infondendo così quel grido e col proprio sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d'Italia (Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916).