Il Museo Nazionale Storico degli Alpini del Doss Trento conserva nei propri archivi numerosi preziosi documenti che permettono di raccontare dettagliatamente l’ultra-centenaria storia della specialità.

Recenti ricerche hanno fatto emergere un faldone contenente alcune relazioni originali concernenti le numerose prove cui è stato sottoposto l’obice da 105/14 mod. 56 sia in fase di sperimentazione del prototipo sia durante le esperienze sul materiale in distribuzione ai reparti.

Degni di nota anche alcuni documenti che danno conto di alcune prove comparative con analogo materiale francese, che hanno determinato la superiorità dell’obice italiano per lo specifico impiego in montagna.

Di seguito, suddiviso in 5 parti per facilitare la lettura, sono riportati dettagliatamente i risultati delle esperienze portate avanti tra il 1955 e il 1959.

Chi volesse approfondire la conoscenza dell’obice da 105/14 mod. 56 potrà farlo leggendo il Briefing n. 7 del febbraio 2018 scritto a cura di Filippo Cappellano e Enzo Mosolo, edito da Storia Militare.

Coloro che fossero interessati a una panoramica più ampia sulla storia dell’artiglieria someggiata e da montagna nell’Esercito Italiano dalle origini anno a disposizione il volume Basti in groppa – L’artiglieria someggiata dall’armata Sarda all’Esercito Italiano, edito da Gruppo Modellistico Trentino nel 2018, autore Enrico Finazzer (estensore di questo studio).

Prove di traino e someggio sul prototipo eseguite tra il 16/04 e il 2/05 1955

Relazione stilata dal comandante del 5° Reggimento Art. Montagna Colonnello Valenza il 6 maggio 1955.

Nel periodo in questione vengono svolte una serie di prove preliminari di traino e someggio su un prototipo di obice da 105/14 predisposto dall’Arsenale di Napoli, disposte dall’Ispettorato dell’Arma di Artiglieria, da parte di un reparto appositamente formato con personale e animali tratti dal 5° Rgt. Art. Montagna, comandato dal Capitano Poli.

  • Prove di autotraino

Prove di autotraino su strada asfaltata per un lungo percorso

Tra il 16/04 e il 28/04 sono stati percorsi complessivamente poco meno di 950 km suddivisi in 7 tappe tra Anzio e Merano, con il superamento di alcuni valichi con pendenze non particolarmente impegnative nell’ordine dell’11% massimo (cfr. specchietto allegato).

Prove di autotraino su strada a fondo naturale della rete secondaria pedemontana

Il 18, 27 e 28/04, accavallandosi con le precedenti prove, sono stati anche effettuati dei test su strada sterrata, percorrendo complessivamente poco più di 100 km suddivisi in 5 tappe parte nelle valli del Pasubio e parte in Alto Adige, superando pendenze più impegnative nell’ordine massimo del 20% (cfr. specchietto allegato).

Prove di autotraino su terreno di differente consistenza

Prove avvenute il 26/04 su terreno argilloso e prativo a forte pendenza nell’aera di Covelano e il 28/04 su terreno sabbioso e sassoso pianeggiante, con superamento di buche e avvallamenti nonché di corsi d’acqua profondi fino a 50 cm.

Nel corso di queste prove, effettuate con l’assetto a ginocchiello alto e a carreggiata larga, al traino di un’AR51 il comportamento sia del materiale sia del mezzo è stato molto buono, evidenziando solo alcune problematiche consistenti in:

  1. l’unione tra occhione dell’obice e gancio di traino non è ottimale; inoltre il congegno di chiusura si è rivelato troppo debole facendo sì che durante il traino si possa verificare lo sganciamento del pezzo;
  2. il pezzo non ha un proprio freno di via, per cui nei tratti in discesa tutto il peso grava sul sistema frenante del mezzo traente.

Prove di autotraino su carrareccia montana

Il pezzo è stato trainato per oltre 3 ore con un trattore FIAT 601 lungo 4 itinerari con pendenze fino al 33,3%, con il pezzo a ginocchiello alto e a carreggiata sia larga che stretta. Per le pendenze più accentuate è stato necessario ricorrere all’uso di funi di ritenuta per prevenire il ribaltamento del trattore; non sono stati evidenziati altri inconvenienti di rilievo.

  • Prove di someggio su mulattiere

La prova è consistita nel someggio per complessivi 30,8 km percorsi in poco meno di 12 ore suddivisi in tre tappe, durante le quali sono state superate pendenze importanti fino al 45% e dislivelli fino a poco meno di 1900 metri (cfr. specchietto); sono stati sperimentati due nuovi tipi di basti predisposti dall’Arsenale di Torino.

Le prove hanno messo in evidenza che:

  1. le operazioni di scomposizione e composizione del pezzo, pur evidentemente più complesse di quelle dell’obice da 75/13, richiedono circa 5 minuti; unico punto di attenzione dovuto al fatto che i vari carichi sono molto pesanti e richiedono personale particolarmente robusto;
  2. l’unione tra tubo-obice, freno di bocca e blocco di culatta è manovra delicata che può creare delle difficoltà, in quanto non sono presenti minime tolleranze tra i settori e mancano dei piani inclinati che invitino i settori negli alloggiamenti;
  3. la suddivisione dei carichi su 10 animali è problematica; i carichi così come previsti, causano degli inconvenienti, in quanto alcuni sono troppo pesanti, altri troppo lunghi e troppo ingombranti, causano delle fastidiose oscillazioni; per ovviare richiedono animali particolarmente robusti e con andatura molto composta.

I due nuovi tipi di basto con telaio in lamiera sono stati predisposti dall’Arsenale di Torino, l’uno accoppiato con feltro di lana (tipo “A”) e l’altro con cuscini da bardatura a basto mod. 98 (tipo “B”); entrambi questi basti sono sensibilmente più leggeri dei basti in dotazione, nell’ordine degli 8-10 kg, compensando l’aumento di peso dei carichi del nuovo obice.

Le prove evidenziano che i cuscini del tipo “B” non forniscono un appoggio abbastanza sicuro sul dorso, favoriscono le oscillazioni dei carichi e causano così spelature e ferite ai muli.

La relazione si conclude con la formulazione di alcune proposte:

  • eliminazione dell’organizzazione per il traino animale, che peraltro non risulta testata durante questa serie di prove, in quanto l’AR51 assicura un traino efficiente su tutti i terreni dove potrebbe avere luogo il traino animale; inoltre la rimozione degli accessori necessari per il traino animale alleggerirebbe il peso totale dei carichi di quasi 40 kg;
  • nuova distribuzione dei carichi sui 10 animali, con migliore perequazione dei pesi;
  • preferenza al basto tipo "A".

Enrico Finazzer

Gli articoli pubblicati non rispecchiano necessariamente l'opinione della Direzione del Museo.

 

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